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vulcani italianiFigura 1 - Mappa batimetrica schematica dell’Arcipelago Eoliano e dei seamounts che emergono dalla piana abissale Tirrenica. La mappa riporta alcune strutture regionali (sistemi di faglie) che interessano la Sicilia nord-orientale, la Calabria e l’Arco stesso (modificata, da Beccaluva et al., 1985).

 

vulcani italianiFigura 2 - Quadro geodinamico schematico dell'arco eoliano. Lo slab Ionico subduce sotto la Calabria e il Tirreno meridionale. A questo processo è associato una  sismicità profonda (lungo lo slab stesso) e il vulcanismo attivo ed esso appare delimitato a ovest dal sistema di faglie Tintari-Letojanni (TLF). Uno slab oceanico ormai distaccato e in affondamento passivo è quanto previsto per l'arco Eoliano occidentale, ormai non più attivo. Le frecce nere, curve, indicano il possibile afflusso di mantello astenosferico dal margine dello slab subdotto. Le zone di collisione sono indicate dalla linea tratteggiata (modificata da Peccerillo et al., 2013).

 

Stromboli BethBartel Figura 3 - Esplosione notturna dalla terrazza craterica di Stromboli (Foto di Beth Bartel, UNAVCO)

 

Scilla marittimaFoto 4 - Scilla marittima a Stromboli

Senza usare alcuna enfasi, è senz’altro possibile dire che le isole Eolie, già studiate a partire dal XVIII secolo, hanno fornito alle scienze vulcanologiche la descrizione di ben due tipi di eruzione - la vulcaniana e la stromboliana - e quindi hanno una importanza enorme per la vulcanologia di tutto il mondo. I patrimoni bibliografico e cinematografico ad esse legati si sono accresciuti nei secoli e hanno contribuito ad arricchirne la storia: Omero, Houël, Dolomieu, Spallanzani, Dumas, Maupassant, Mercalli, Rossellini, Antonioni, Radford-Troisi, Giordana, Moretti… sono solo una parte di scienziati, scrittori e artisti che hanno raccontato fenomeni naturali, geologia e vite vissute fra le sette isole.

Geologia

L’arcipelago delle Isole Eolie è parte di una regione vulcanica più ampia comprensiva anche di alcuni vulcani sottomarini (seamounts) che si innalzano dal fondo del Tirreno Meridionale sia a Nord di Stromboli (Lametini, Alcione, Palinuro; Fig.1) sia a Ovest di Alicudi (Eolo, Enarete, Sisifo, Glauco; Fig.1), formando una struttura ad anello. Il vulcanismo dell’area sottomarina – iniziato all’incirca due milioni di anni fa - è completato ancora più a nord dalla imponente struttura del vulcano Marsili (Fig.1), il più grande vulcano d’Europa che si eleva fino a ca. 500 m sotto il l.m., poggiando sull’omonimo bacino sottomarino di tipo “oceanico”.

Data l’inaccessibilità del vulcano, i dati su di esso sono limitati ma ci dicono che il periodo eruttivo più vivace è collocabile fra 0.78 e 0.1 Ma durante il quale il Marsili ha dato luogo ad eruzioni prevalentemente effusive e, in misura minore, esplosive a bassa energia. Negli ultimi anni, ci sono stati nuovi studi (link di approfondimento in basso) che hanno dato nuovo slancio alle ricerche su questo vulcano. Tali studi hanno stabilito che le ultime eruzioni siano avvenute in epoca storica, tra 2100 e 5000 anni fa, da piccoli coni localizzati nella parte centrale dell’apparato vulcanico, e per questa ragione anche il Marsili è considerato un vulcano attivo. Questi studi e gli articoli pubblicati su giornali e riviste divulgative hanno acceso un grande interesse tra il pubblico e gli appassionati, tant’è che nei seminari vulcanologici aperti al pubblico e nelle lezioni per le scuole la domanda sul Marsili non manca mai!

Il Marsili:

https://ingvterremoti.com/2015/05/19/cosa-non-sappiamo-del-vulcano-marsili/

Da un punto di vista geodinamico, l’arcipelago eoliano è classicamente considerato un arco vulcanico - con un bacino di retro-arco rappresentato, appunto, dal Marsili e dal suo vulcano in espansione – originato da un tipico processo geodinamico osservabile in tante regioni del Pianeta Terra: la subduzione (creare hyperlink al glossario ed anche per il termine successivo: slab). In questo caso, si tratta della placca africana (slab ionico) che sprofonda al di sotto di quella europea (o euro-asiatica) dando poi origine a quei magmi la cui risalita genera i vulcani in superficie. Attualmente, si ritiene che questa subduzione sia attiva solo al di sotto del settore nordorientale dell’arcipelago, ossia al di sotto di Panarea e Stromboli (Figura 2). Secondo numerosi studi, una buona parte del vulcanismo eoliano più recente sarebbe quindi legato a processi di post-subduzione o post-collisionali. Nel corso dei decenni, le età attribuite alla formazione delle sette isole - cioè alla parte emersa di apparati vulcanici che salgono per 1000 o anche 2000 metri dal fondo del Tirreno – sono state molteplici e oggetto di dispute. Attualmente, l’età più vecchia che ha un consenso generale tra i vulcanologi è quella di 250000 anni ca. attribuita all’isola di Filicudi.

Alcune caratteristiche geologiche, su cui sono tutti i ricercatori sono d’accordo, consistono in una serie di strutture tettoniche regionali che caratterizzano e diversificano tutti i settori dell’arcipelago, per la presenza di vari sistemi di faglie. Essi sono tali da rendere il quadro geodinamico e quindi quello vulcanologico ben più complesso di quanto sin qui descritto con gli strumenti classici della tettonica delle placche (invitiamo coloro che fossero interessati ad approfondire ai link riportati in fondo). In sintesi, i dati geofisici, tettonici, magmatologici e geomorfologici indicano che la distribuzione delle strutture vulcaniche è fortemente controllata da andamenti tettonici “locali” che sono WNW-ESE (settore Alicudi-Filicudi), NNW-SSE (settore Salina-Lipari-Vulcano) e NE-SW (settore Panarea-Stromboli).

Il comportamento di questi diversi sistemi di faglia fa si che nel settore Alicudi-Filicudi il vulcanismo sia del tutto estinto, mentre negli altri due presenti ancora processi vulcanici di vario tipo e intensità.

I vulcani ancora attivi fra le sette isole che costituiscono l’arcipelago sono: Stromboli, Panarea, Lipari e Vulcano. Lo stato di attività di ciascuno di questi vulcani è però piuttosto diversa e, per chiunque li osservasse, i fenomeni vulcanici che attualmente li caratterizzano ancor più diversi:

- Stromboli manifesta un’attività esplosiva, giornaliera, persistente che lo rende un vulcano unico al mondo.L’attività stromboliana, con un andamento noto e inconfondibile, si caratterizza per esplosioni intermittenti (foto 3), di energia medio-bassa con intervalli che variano tipicamente da decine di secondi ad alcuni minuti  (per approfondimenti vedi la scheda sul sito);

- Vulcano è in persistente attività di degassamento sia dal campo fumarolico sul bordo Nord del cratere di La Fossa sia dal Porto di Levante, sin dalla sua ultima eruzione avvenuta nel 1888-90 (per approfondimenti vedi la scheda sul sito);

- Panarea, e in particolare l’area sottomarina circostante, continua ad avere emissioni discontinue di gas: l’ultima importante, nel 2002-2003 ((per approfondimenti vedi la scheda sul sito);

- Lipari, la cui ultima eruzione risale al Medio Evo, presenta solo una modesta attività termale e di emissione di vapor acqueo e oggi preoccupa di più per la lieve attività di subsidenza (lento abbassamento del suolo) che caratterizza il suo settore meridionale o per alcuni fenomeni di dissesto lungo le sue coste (per approfondimenti vedi la scheda sul sito).

In generale, fenomeni termali, debole sismicità e rilascio di gas si verificano ancora sulla maggior parte delle isole o intorno a esse.

Natura

Da un punto di vista naturalistico e floro-faunistico, l’arcipelago eoliano presenta numerose peculiarità e aspetti interessanti. Molte delle isole hanno percorsi di questo tipo o veri e propri trekking.

Senza poter entrare nel dettaglio, basti dire che sia Stromboli sia La Fossa di Vulcano, i due vulcani più attivi negli ultimi secoli, offrono scenari ottimali per comprendere alcune dinamiche che caratterizzano la coesistenza tra la vita vegetale che cresce e vuole impadronirsi di nuovi lembi di terra e l'attività dei vulcani stessi. Gli ambienti resi ostili da fattori microclimatici e dalle caratteristiche chimico-fisiche del suolo ospitano comunque una bella macchia a ginestra del Tirreno (Genista tyrrhena, specie endemica delle Eolie), i cisti nani (Cistus spp ) o i praticelli effimeri di erba romice (Rumex bucephalophorus) che spiccano per il colore rosso delle foglie fra gli aridi suoli delle parti sommitali di questi centri eruttivi. In ambienti meno ostili, oltre queste piante, si ritrovano altre specie di ginestre, capperi, fichi d’india palmette nane (Foto 4) e molte altre specie della macchia mediterranea (Foto 4)

L'attività vulcanica ha anche lasciato le isole con un terreno molto fertile che favorisce la crescita di talune coltivazioni ad ulivo o vite che danno origine ad alcune eccellenti produzioni vinicole come la Malvasia. Con i suoi due alti coni che svettano da tutto l’arcipelago, Salina è, tra le isole Eolie, quella più fertile e con la più profonda e resistente vocazione agricola. Lo notiamo sia per le grandi distese di ulivi visibili dalle alture fino a valle, ed anche per i numerosi ed estesi terrazzamenti di vigneti, dai quali si ricavano ottimi vini bianchi e rossi.

Dal punto di vista faunistico, tra ambiente terrestre e ambiente marino, sarebbero molte le specie da elencare e gli habitat da descrivere. Segnalando l’esistenza di un numero limitato di specie endemiche (alcune di coleotteri, una di lepidottero, una di omotteri, due di ragni), rimandiamo l’argomento agli approfondimenti leggibili dai link sottostanti.

Per approfondire

Cinematica del vulcanismo eoliano e strutture profonde dell’arcipelago:

https://www.researchgate.net/publication/258997973_Chapter_2_Kinematics_of_the_Aeolian_volcanism_Southern_Tyrrhenian_Sea_from_geophysical_and_geological_data

Dati e analisi geofisici sull’arcipelago e la Sicilia nord-orientale:

https://www.researchgate.net/publication/235348831_Geodynamic_significance_of_the_Aeolian_volcanism_Southern_Tyrrhenian_Sea_Italy_in_light_of_structural_seismological_and_geochemical_data

Dati vulcanologici e magmatologici sull’arcipelago:

https://www.researchgate.net/publication/285709079_The_Aeolian_volcanic_district_volcanism_and_magmatism

https://www.researchgate.net/publication/313601100_Compositional_variations_of_magmas_in_the_Aeolian_arc_implications_for_petrogenesis_and_geodynamics

Dati e analisi geomorfologica e morfometrica del fondale marino che circonda le Isole Eolie:

https://www.researchgate.net/publication/227177179_Volcanic_geomorphology_and_tectonics_of_the_Aeolian_Archipelago_Southern_Italy_based_on_integrated_DEM_data

La fauna endemica delle Isole siciliane:

http://www.biodiversityjournal.com/pdf/8(1)_249-278.pdf

Alcuni film che alle Eolie hanno fatto epoca…

https://ingvvulcani.com/2018/07/20/stromboli-e-vulcano-il-cinema-neorealista-tra-eruzioni-e-dive-cinematografiche/

https://ingvvulcani.com/2018/11/05/isole-eolie-anni-cinquanta-dopo-il-melodramma-a-stromboli-e-vulcano-riesplode-la-vita/