Duomi lavici a Lipari (foto di G. De Astis)..Cava per l’estrazione di pomici a Lipari (foto di G. De Astis)
Ubicazione e altezza massima: Arcipelago Isole Eolie, Tirreno Meridionale Lat.= 38°28’2 N. Long.= 14° 57′ 14 E; Monte Chirica= 602 m s.l.m.
Superficie totale: 37.3 kmq
Tipo di vulcano: complesso vulcanico
Tipi di eruzioni prevalenti: effusive (con numerosi duomi di lava), freatomagmatiche,
Fenomeni prevalenti: deformazioni del suolo (subsidenza lenta), sismicità, emissioni idrotermali (a terra e a mare)
Inizio attività eruttiva subaerea: circa 267.000
Ultima eruzione: 1230 AD
Stato di attività: quiescente
Lipari è la più grande delle Isole Eolie ed occupa una posizione nel settore centrale dell’arcipelago, immediatamente a N di Vulcano. La sua storia eruttiva subaerea si è sviluppata tra circa 267.000 anni fa e il Basso Medioevo, ampiamente controllata dalla tettonica regionale di tipo trascorrente che caratterizza l’allineamento della dorsale Vulcano-Lipari-Salina (sistema di faglie Tindari-Letojanni). L’isola è la parte sommitale di un edificio la cui base si trova a circa 1000 m di profondità e comprende numerosi piccoli stratovulcani, duomi di lava, coni di pomici e alcune caratteristiche colate di ossidiana o prodotti piroclastici ricchi della preziosa roccia vetrosa, i cui frammenti sono stati ritrovati in molti luoghi del Mediterraneo.
Nel corso della sua lunga storia, l’isola non è stata ampiamente modificata solo dall’alternarsi delle eruzioni che la edificavano e dai processi erosivi che invece la rimodellavano e la ridimensionavano. Tra tutte le Isole Eolie, infatti, Lipari è quella che reca i maggiori effetti delle ripetute variazioni del livello del mare, visibili soprattutto lungo la costa, e ricollegabili all’alternarsi di epoche glaciali e interglaciali. Abbassamenti e sollevamenti della linea di costa hanno formato depositi di spiaggia che ora incidono le falesie a differenti livelli e corrispondono a terrazzi marini o spiagge fossili.
Nella complessa storia geologica di Lipari, a causa della loro ampia dispersione sulle altre isole dell’arcipelago, occorre ricordare le eruzioni che hanno originato la sequenza di Monte Guardia (27-24.000 anni fa, nel settore meridionale dell’isola), e i prodotti piroclastici riolitici con associate colate di ossidiana eruttati a più riprese, nel settore NE. Qui, l’ultima eruzione del Monte Pilato – avvenuta probabilmente in due fasi (nell’ anno 776 e e nel 1230) – ha formato un grande cono bianco di pomici e le colate di ossidiane delle Rocche Rosse. Da questo settore dell’isola, pomici e ossidiane sono state estratte per millenni e, industrialmente, dalla metà degli anni ‘50 fino alla metà degli anni ’80, contribuendo significativamente all’economia dell’isola.
Lipari è un sistema vulcanico tuttora attivo, come dimostrano le eruzioni avvenute in epoca storica e la debole attività idrotermale e fumarolica (T=80-90°C) visibile nella parte occidentale dell’isola (Timpone Pataso, Timpone Ospedale, Vallone Ponte). Con temperature di 57°C, anche le sorgenti termali che scaturiscono dai Bagni di S. Calogero e nel Vallone di Bagno Secco sono espressione di questa coda dell’attività vulcanica.
Superficie totale: 37.3 kmq
Tipo di vulcano: complesso vulcanico
Tipi di eruzioni prevalenti: effusive (con numerosi duomi di lava), freatomagmatiche,
Fenomeni prevalenti: deformazioni del suolo (subsidenza lenta), sismicità, emissioni idrotermali (a terra e a mare)
Inizio attività eruttiva subaerea: circa 267.000
Ultima eruzione: 1230 AD
Stato di attività: quiescente
Lipari è la più grande delle Isole Eolie ed occupa una posizione nel settore centrale dell’arcipelago, immediatamente a N di Vulcano. La sua storia eruttiva subaerea si è sviluppata tra circa 267.000 anni fa e il Basso Medioevo, ampiamente controllata dalla tettonica regionale di tipo trascorrente che caratterizza l’allineamento della dorsale Vulcano-Lipari-Salina (sistema di faglie Tindari-Letojanni). L’isola è la parte sommitale di un edificio la cui base si trova a circa 1000 m di profondità e comprende numerosi piccoli stratovulcani, duomi di lava, coni di pomici e alcune caratteristiche colate di ossidiana o prodotti piroclastici ricchi della preziosa roccia vetrosa, i cui frammenti sono stati ritrovati in molti luoghi del Mediterraneo.
Nel corso della sua lunga storia, l’isola non è stata ampiamente modificata solo dall’alternarsi delle eruzioni che la edificavano e dai processi erosivi che invece la rimodellavano e la ridimensionavano. Tra tutte le Isole Eolie, infatti, Lipari è quella che reca i maggiori effetti delle ripetute variazioni del livello del mare, visibili soprattutto lungo la costa, e ricollegabili all’alternarsi di epoche glaciali e interglaciali. Abbassamenti e sollevamenti della linea di costa hanno formato depositi di spiaggia che ora incidono le falesie a differenti livelli e corrispondono a terrazzi marini o spiagge fossili.
Nella complessa storia geologica di Lipari, a causa della loro ampia dispersione sulle altre isole dell’arcipelago, occorre ricordare le eruzioni che hanno originato la sequenza di Monte Guardia (27-24.000 anni fa, nel settore meridionale dell’isola), e i prodotti piroclastici riolitici con associate colate di ossidiana eruttati a più riprese, nel settore NE. Qui, l’ultima eruzione del Monte Pilato – avvenuta probabilmente in due fasi (nell’ anno 776 e e nel 1230) – ha formato un grande cono bianco di pomici e le colate di ossidiane delle Rocche Rosse. Da questo settore dell’isola, pomici e ossidiane sono state estratte per millenni e, industrialmente, dalla metà degli anni ‘50 fino alla metà degli anni ’80, contribuendo significativamente all’economia dell’isola.
Lipari è un sistema vulcanico tuttora attivo, come dimostrano le eruzioni avvenute in epoca storica e la debole attività idrotermale e fumarolica (T=80-90°C) visibile nella parte occidentale dell’isola (Timpone Pataso, Timpone Ospedale, Vallone Ponte). Con temperature di 57°C, anche le sorgenti termali che scaturiscono dai Bagni di S. Calogero e nel Vallone di Bagno Secco sono espressione di questa coda dell’attività vulcanica.